Alla notizia lanciata dall’Ansa pochi minuti fa, ho rischiato di cadere dalla seggiola. Non volevo credere ai miei occhi: ”Abbiamo un progetto radicale sulla scuola, fondato su quattro leve: 1) Autonomia reale e più risorse certe; 2) Valutazione del miglioramento della qualità 3) Nuova politica del personale con nuovo stato giuridico dei docenti; 4) Sostegno alle famiglie attraverso la detrazione dei costi sostenuti”. Lo afferma Mario Monti, ospite dell’ANSA FORUM.
Sì è proprio lui, il Presidente del Consiglio, il tecnico Monti che, pochi mesi fa (ottobre 2012), alla trasmissione “Che tempo che fa” su RAI 3, affermava convinto: “In alcune sfere del personale della scuola c’è grande conservatorismo e indisponibilità a fare anche due ore in più alla settimana, che avrebbero permesso di aumentare la produttività”.
Il suo Governo tecnico voleva caricare 6 ore aggiuntive (e non solamente 2 come annunciato in TV) di docenza frontale sulle spalle dei docenti, credendo – come tutta l’opinione pubblica – che le ore trascorse in classe fossero il solo carico di lavoro di un insegnante. Che a credere ciò sia la sciùra Maria, passi, ma che lo pensi e lo dica in TV a tutto il Paese il “tecnico dei tecnici” insignito della presidenza del Consiglio… lascia sconcertati.
Cosa prevederà dunque il punto 3 (Nuova politica del personale con nuovo stato giuridico dei docenti) della riforma scolastica di Monti? Semplice. Stando in linea coi “pensieri autunnali”, le ore di docenza frontale verosimilmente raddoppieranno da 18 a 36 e, nelle restanti 4 ore (così da arrivare al tetto delle 40), servizio di portierato con contratto equiparato a collaboratore scolastico.
E sulla tutela della salute dei docenti cosa prevede Monti di Varese? Siamo sempre lì: nebbia in Val Padana.